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I primi giorni in giro, sono i più difficili. Non hai più le comodità che hai a casa e fin quando non ti abitui ti girano spesso le scatole.
Non ci fate caso, amo New York, però insomma… Non era scattata la giusta vibe e quindi è il caso di toglierti di mezzo.
Prenoto non con poche difficoltà l’autobus per Philadelphia, per risparmiare prendo quello delle 5 del mattino e per risparmiare decido anche di aspettare alla stazione e evitare di pagare una notte.
Lo zaino sulle mie spalle dalle 10 del mattino, pesava come un macigno e faceva anche freddo sulla panchina. Andai verso la stazione. New York di notte era un’altra città: una valanga di barboni e lampioni gialli ad illuminare i loro volti.
Quella notte non passava mai, anche se effettivamente era solo qualche ora. Questione di abitudine, fu la prima di tante notti insonni e in giro.
VIAGGIARE TI INSEGNA AD ESSERE PAZIENTE
Alle 13 arrivo finalmente nella struttura a Philadelphia. Carina,piena di ragazzi. La reception, un pianoforte,un biliardo, cucina industrial e caffè gratis. Figo pensai.
A New York avevo camminato tantissimo senza una meta, semplicemente seguendo la folla. Ma non ricordo particolari contenuti che mi ha lasciato. Ricordo solo la fatica che ho fatto.
Philadelphia ha ammortizzato tutta la stanchezza accumulata e mi ha preparato a quello che mi aspettava dopo.
Comunque l’ingresso in camera è alle 15!
Ancora aspettare… E a mente bestemmiavo a non finire.
Dopo aver adorato per qualche giorno Phili, una notte presi il mio diario e andai ad aspettare l’alba al ponte e li decisi anche di lasciarla.